A Locarno un nuovo ROD, anzi ROC

Dopo anni di lavoro e diverse consultazioni con i partner sociali (Commissione del Personale, SIT, VPOD e OCST), nella sua ultima seduta della scorsa legislatura il Municipio di Locarno ha licenziato il Messaggio municipale con la proposta del nuovo Regolamento organico dei collaboratori e delle collaboratrici della Città di Locarno, il cosiddetto ROCLO, che sostituisce il ROD, il Regolamento organico dei dipendenti del Comune di Locarno e dell’Azienda acqua potabile, elaborato alla fine degli anni Ottanta e rivisto a fine Novanta e ancora nel 2014. Da dipendenti a collaboratrici e collaboratori: non è solo una questione semantica, ma un deciso cambio di paradigma che vuole marcare in modo chiaro la partecipazione attiva e proattiva di tutte le persone che lavorano nell’Amministrazione comunale, a prescindere dalla funzione e dalle qualifiche.
Con la revisione di questo importante documento, il Municipio ha infatti voluto dotarsi di uno strumento non solo al passo coi tempi e adattato alle modifiche strutturali, istituzionali e legislative intervenute negli ultimi anni, ma anche che permetta di valorizzare il ruolo delle proprie collaboratrici e dei propri collaboratori. Sono ad esempio stati introdotti nuovi articoli che attestano come il Comune si impegni per promuovere la qualità, l’efficacia e l’efficienza dei propri servizi e, a tale scopo, attui una politica del personale fondata sul conseguimento di obiettivi, valuti le prestazioni dei propri servizi, ne controlli periodicamente l’adempimento, favorendo altresì lo sviluppo professionale delle collaboratrici e dei collaboratori, con un occhio di riguardo alla formazione. In questo senso è stata meglio precisata la formazione professionale e continua a cui è previsto di dare maggior valore, con l’obiettivo di migliorare sviluppo di carriere e mobilità interna.
Per una migliore gestione delle risorse umane – sia in termini di resa che di soddisfazione dei collaboratori e dell’utenza – il nuovo ROC-LO è inoltre da ritenersi all’avanguardia cantonale sotto diversi aspetti, in primis quello della conciliabilità lavoro e famiglia, un’esigenza che non è più solo di un genere ma di una generazione intera. A partire dai congedi pagati in caso di degenza ospedaliera del neonato o per l’assistenza di un figlio con gravi problemi di salute, fino ad arrivare – una prima assoluta a livello cantonale – al congedo in caso di aborto spontaneo o di una perdita perinatale, anticipando così una soluzione in questo senso attualmente al vaglio del Consiglio federale dopo un’iniziativa cantonale votata dal Gran Consiglio. A completare il quadro non mancano evidentemente articoli dedicati al lavoro a tempo parziale e al telelavoro, ma anche riferimenti a modalità più moderne e più consone all’evoluzione della società e del mercato del lavoro come il job sharing; elementi importanti in un’ottica di flessibilità e qualità di vita, oltre che di promozione delle pari opportunità tra collaboratrici e collaboratori e dell’inserimento della donna nel pubblico impiego.
In ottica di inclusione, è stato inoltre introdotto un articolo relativo alla possibilità di assumere persone con disabilità o con difficoltà sociali, favorendone la reintegrazione sociale e professionale.

Altro tema sensibile affrontato dal nuovo regolamento è quello relativo alla protezione della sfera personale e alla protezione contro le discriminazioni, che contempla il rispetto della dignità e dell’integrità fisica delle collaboratrici e dei collaboratori, così come la tutela della loro personalità, segnatamente in materia di molestie psicologiche e sessuali, come per altro previsto anche da un’apposita ordinanza emanata di recente dall’Esecutivo. Su indicazione della Sezione degli enti locali è inoltre stato inserito un intero titolo sulla protezione dei dati a garanzia del collaboratore, come anche un nuovo articolo relativo alle disposizioni aggiornate sulla sorveglianza sul posto di lavoro. Da segnalare anche – sulla base di quanto già sperimentato a livello cantonale – la creazione di una Commissione conciliativa a cui collaboratrici e collaboratori possono rivolgersi sia quando il Comune, quale datore di lavoro, prospetta nei loro confronti una disdetta ordinaria o immediata del rapporto d’impiego, sia in presenza di un disaccordo sulle funzioni attribuite. 

A livello di politica salariale, l’allestimento del nuovo regolamento ha comportato un’attenta analisi delle funzioni all’interno dell’Amministrazione e una revisione delle classi di stipendio che, oltre a essere maggiormente in linea con il mercato, estende gli anni di carriera e la relativa possibilità di beneficiare di scatti di aumento di salario. Il passaggio dall’attuale sistema di retribuzione al nuovo inquadramento salariale per i collaboratori e per le collaboratrici terrà conto dei diritti acquisiti e costerà circa CHF 115’000. Negli anni successivi, i costi per il riconoscimento degli scatti annuali si assesterà a circa CHF 185’000 – a fronte degli attuali circa CHF 100’000 – poiché la nuova scala salariale comunale prevede come detto l’estensione dei possibili scatti (fino ad un massimo di 24) durante la carriera professionale (come prevede pure il modello cantonale), parzialmente compensati da risparmi nel quadro delle nuove assunzioni.

Questo e altri articoli sul numero 419 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.

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