Aziende ticinesi tra sfide e opportunità

Riflessione sulla tematica con il coinvolgimento di Roberto Manzi, Ricercatore, business coach per Start-up Centre Usi e Fondazione Agire


Roberto Manzi

è ricercatore è alla Facoltà di Comunicazione, cultura e società dell’Università della Svizzera Italiana e business coach per diverse start-up poi incubate allo Start-up Centre e in Fondazione Agire. Personalità eclettica, dopo gli studi in informatica, si laurea in filosofia e teologia. Giornalista professionista, collabora giovanissimo con il Gruppo RCS - Corriere della Sera. Da oltre dieci anni lavora al fianco di imprenditori nelle strategie di innovazione e nel trasferimento di competenze, attraverso creazione di Corporate University, centri di alta formazione aziendale.


Il territorio degli imprenditori è riservato a persone visionarie, determinate e coraggiose. Lo scorso anno i fallimenti di aziende in Svizzera e in Ticino sono aumentati del 12% rispetto al 2022. A novembre 2023 si contavano già 4’311 ditte chiuse per insolvenza. Viene naturale chiedersi quali siano le ragioni di questi fallimenti e quali possano invece essere le strategie vincenti per far prosperare la propria azienda in Ticino oggi. Abbiamo proposto a Roberto Manzi, di condividere con noi il suo sguardo sulla tematica, passando in rassegna le sfide e le opportunità del territorio…Decidere di fare impresa in Ticino significa anzitutto conoscere il territorio, accettare e condividere un sistema di valori, comprendere una modalità nel creare relazioni. E quindi cogliere le opportunità che questo ti offre, costruendone anche i percorsi per mettere radici.

La prima sfida del creare un’impresa in Ticino è data dalle dimensioni limitate del territorio…

Il Ticino deve fare i conti con i suoi numeri: l’intero Cantone conta poco più di 350mila abitanti dove la città più popolosa è Lugano che, con in suoi 65mila abitanti, può essere paragonata a cittadine di modeste dimensioni. Una città che non ha quella massa critica – di risorse, di persone o se vogliamo di consumatori – in grado di sostenere un mercato competitivo. Pertanto, fare impresa in un territorio dove tutto è in piccolo sta in piedi solo se ci si rivolge a un mercato è internazionale.

Che impatto ha avuto la cessazione del segreto bancario sull’economia ticinese?

Lugano, fino a prima della “disclosure” (cessazione del segreto bancario) era la terza piazza finanziaria svizzera, dopo Zurigo e Ginevra. Ricordo che circa un quarto del patrimonio estero mondiale è gestito qui in Svizzera. Questo significa che qui è sempre stata la finanza a creare indirettamente l’indotto economico: hotel, ristoranti, brand del lusso, alta orologeria, casinò, aerei privati, ... I movimenti più importanti erano generati da viaggi di interessi. Quindi, al contrario di altre economie, dove i servizi offerti sono sintesi di migliore offerta e vantaggio competitivo, qui sono stati un prodotto dopato da un turismo finanziario. Con il risultato che finita (alias, ridimensionata) la finanza, sta imparando ex novo ad offrire servizi competitivi.

Quindi, quale potrebbe essere il nuovo ruolo della finanza nei confronti delle imprese?

Di regola è l’economia - le imprese - a generare la finanza. Pertanto, la finanza deve avere l’imperativo etico di investire in nuova economia. Quando si ha una buona idea che va a rispondere a un bisogno reale del mercato, il primo muro da abbattere è di carattere economico: bisogna trovare chi creda in questa idea e sia disposto a investire. Sì tratta di superare la grande difficoltà – tutta di carattere culturale – di “convincere” la finanza a investire in un economia reale, anziché di mere speculazioni. Gli investimenti basati su speculazioni in Ticino continuano ad essere una tendenza dominante che toglie risorse a potenziali nuove imprese.

Quali sono invece i punti forti del territorio che invitano gli imprenditori ad investire?

Il Ticino ha davvero molte carte in regola per attrarre imprenditori. È un territorio politicamente stabile e ben amministrato, socialmente sicuro dove c’è un diffuso senso etico, la microcriminalità è praticamente assente e le forze dell’ordine sono amiche dei cittadini. Qui regna la pace sociale, ovvero i conflitti tra datore di lavoro e salariati vengono risolti sedendosi a un tavolo comune coi sindacati attraverso dei negoziati, prevenendo così misure di lotta come scioperi o serrate. Infine, dato mai sufficientemente valorizzato, qui siamo nel cuore della Svizzera italiana: una perfetta sintesi tra benessere, efficienza e organizzazione elvetica e clima, creatività e stile di vita italiano. Insomma, tutti fattori ideali per costituire società focalizzate sul proprio business e che vogliano velocemente scalare, senza perdersi in ostacoli o rallentamenti legati al territorio.

Quali sono gli aspetti che facilitano il successo di una start-up?

Premesso che non esiste una ricetta perfetta per generare start-up di successo, ciò che rende davvero fertile un territorio è la presenza di più fattori, molti dei quali sono generati anche dalle istituzioni locali. Mi riferisco alla presenza di università, centri di ricerca e di altre start-up, quello che potrebbe essere definito un ecosistema innovativo. Alla disponibilità di venture capital, angel investor o politiche di incentivazione, in una parola l’accesso ai finanziamenti. Avere infrastrutture adeguate come una connettività internet veloce e diffusa, spazi di co-working gratuiti o a prezzi democratici, incubatori e acceleratori. Ma al tempo stesso anche professionisti qualificati, con storie di successo all’attivo e in grado di attrarre altri talenti. Lo abbiamo già detto: un quadro normativo favorevole, con una legislazione che agevola la creazione e la crescita di nuove imprese. Come anche la presenza di un mercato potenziale con possibilità di scalare ed espandersi. Non ultimo, la qualità della vita ovvero accessibilità ai servizi, costi abbordabili, offerta di sport, cultura e tempo libero. Investire in tutto questo significa investire in capitale umano, quello che nelle aziende viene chiamato “intangible asset” e che rappresenta il vero valore delle organizzazioni di successo.


Questo e altri articoli sul numero 420 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.

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