Salvate le pensioni di 17’000 persone

Tra gli addetti ai lavori si parla della più grande vittoria sindacale degli ultimi decenni. Di fatto, l’accordo sindacale che ha permesso il salvataggio delle pensioni di più di 17’000 lavoratori di questo Cantone, non può essere considerato altrimenti.

Tale accordo era stato raggiunto, lo ricordiamo, nella primavera del 2023. L’obbiettivo era impedire la decurtazione del 15% delle rendite degli affiliati all’Istituto di Previdenza del Canton Ticino. Le trattative sono state assai lunghe e complicate. La materia, la LPP è, tra l’altro, molto tecnica e specialistica. 

I sindacati SIT-OCST-VPOD, uniti, hanno messo in campo le loro migliori competenze per arrivare ad un accordo a soddisfazione delle parti dopo una, a tratti “accesa”, fase negoziale. Lasciateci ora pur dire, a bocce ferme e senza peccare di presunzione o autoreferenzialità, che siamo stati coloro che hanno ispirato ed ideato tale accordo. I diritti d’autore sono nostri! Volutamente, come ci impone il nostro stile volutamente sobrio, non abbiamo preso in mano megafoni e fatto conferenze stampa per metterci medaglie d’onore al petto (lo hanno fatto altri al posto nostro). L’unica cosa che ci interessava era fare l’interesse generale dei soci SIT e dei lavoratori tutti. Per questo lavoriamo e ci formiamo tutti i giorni, per salvaguardare le condizioni di lavoro dei salariati ticinesi affinché la crescita economica sia affiancata dal progresso sociale e da un’equa redistribuzione della ricchezza che non impoverisca le fasce più deboli come, ad esempio, i futuri pensionati. Questo è il nostro nobile scopo. 

L’accordo sindacale raggiunto con il Governo è stato approvato dal popolo ticinese il 9 giugno scorso. Questo è stato per noi fonte di grande soddisfazione. La votazione popolare non era per nulla scontata da vincere. Anzi si è rischiato, per pochi voti, di perdere per sempre quanto difficilmente raggiunto in fase di trattativa. Questo per responsabilità dei troppo facili attacchi populisti prevenienti dalla destra del “meno Stato” ma anche, imprudentemente, a causa di frange del personale del settore  pubblico più radicalizzate nelle loro posizioni, vicine a nuove associazioni, che hanno volutamente forzato la mano con plateali rivendicazioni di piazza e sovraesposizione mediatica, rischiando una clamorosa “auto-rete”

Nei prossimi mesi ci verrà presentato il preventivo cantonale per il 2025. Le misure di risparmio che graveranno sul personale e sugli enti sussidiati saranno diverse. La nostra attenzione su questi temi dovrà quindi rimanere altissima. Il servizio pubblico per quanto riguarda sanità, sicurezza, giustizia, trasporti, formazione non va peggiorato anzi, vanno approfonditi i bisogni di una società sempre più esigente e frammentata…È inutile dirlo, la spesa pubblica, in tutta Europa, in Svizzera e in tutti i Cantoni, è costantemente aumentata negli ultimi anni e continuerà a farlo! Questo per rispondere a esigenze di una cittadinanza, sempre più longeva e sempre più pretenziosa, giustamente, di servizi ed attenzioni. Le sfide epocali sono note: invecchiamento demografico e cambiamenti climatici. Aumenteranno costi e investimenti per far fronte a queste e ad altre criticità, si pensi anche al tema della tutela della sicurezza personale, sempre più esposta all’aumento di crimini di varia e nuova natura. Pensare di risparmiare in questa fase è utopico!


Questo e altri articoli sul numero 420 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.

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